Nel mio blog utilizziamo questo termine molto spesso, si può dire di continuo: venditore (o venditori).
Nel momento stesso in cui pronunciamo o leggiamo la parola venditore, c’è un’immagine ben precisa che si palese nella nostra mente. Si tratta di una persona dall’abbigliamento formale o semi-formale (potremmo dire office casual), curato nell’aspetto, con l’ultimo modello di smartphone per non perdersi nessuna notifica e con un sorriso rassicurante e convinto. Ed è anche un uomo.
Questo immaginario non deve né sorprenderti né farti sentire in colpa per un sotteso maschilismo: effettivamente, la professione del venditore è una faccenda prettamente maschile. Secondo i dati raccolti dal sito Jobidoo, gli agenti di vendita in Italia sono per il 74% uomini. Un dato che rispecchia l’esperienza quotidiana di ciascuno di noi. Quante volte ci è capito di prendere un appuntamento per concludere una vendita e abbiamo incontrato una venditrice? Rispondo io: poche.
Eppure io sono certo che questo è un trend destinato a cambiare prestissimo, in pratica è un mutamento che ci sta avvenendo sotto il naso. Il futuro della vendita è donna, senz’altro. Ed è importante comprendere questa evoluzione sia che tu stia pensando di assumere altro personale sia che tu, cara lettrice, stia valutando una nuova carriera.
Per poter ragionare sui vantaggi nell’essere (o nell’assumere) venditrici, dobbiamo prima fare un passo indietro e chiederci come mai tutt’oggi sono i “portatori di genere maschile” ad essere i più presenti nel settore delle vendite. Si ritiene di solito che la routine quotidiana di questo lavoro non sia adatta alle necessità di conciliazione tra famiglia e carriera, un aspetto molto importante per le donne. In più, tra le qualità principali del venditore si è sempre posto l’accento sulla cosiddetta “parlantina”, la capacità cioè di utilizzare la parola per concludere l’affare in maniera efficace e concisa. Quest’ultima non è mai stata considerata una caratteristica particolarmente spiccata tra le venditrici.
Questi stereotipi hanno reiterato e rafforzato la posizione predominante degli uomini nel settore vendite. E forse per un certo periodo questo approccio ti ha portato degli ottimi risultati. Ma prima o poi dovrai cambiare rotta.
Questo perché oggi la vendita non è un risultato ma un processo. Non è una gara da 200 m, ma una maratona. Significa accompagnare il cliente verso una scelta e seguirlo con dedizione e grande empatia. Qualità (queste sì) da sempre apprezzate nel genere femminile e che anche i tuoi compratori troveranno coerenti allo scopo e indicate per l’instaurazione di una relazione. E infatti è sul tema della fiducia che mi voglio soffermare: raggiungere la condizione di fiducia è cruciale per una vendita ben riuscita. E allora bisogna lavorare su tutte le caratteristiche e le competenze che ci permettono di conquistare questo risultato.
La skill vincente delle vendite del terzo millennio si rivela quindi essere l’intelligenza emotiva, intesa come capacità di riconoscere, gestire e promuovere le emozioni in sé stesso e negli altri. Non può esserci miglior venditore di un esperto nel disseminare la propria strategia di “sensori di emozioni”, pronti a captare e reagire adeguatamente agli stimoli. E in questo le donne primeggiano, diamocelo.
Quindi non fatevi raggirare dalla vecchia mentalità di vendita e iniziate a scoprire l’incredibile potenziale delle donne perché potrebbero rappresentare una risorsa decisiva non solo per il futuro, ma per il presente.
E a tutte le venditrici (a quelle più esperte e alle nuove leve) auguro di continuare a coltivare la loro unicità, perché ripaga. Forse più prima che poi.
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